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sabato 6 febbraio 2016

Cowspiracy: l'assolutismo dei vegani

Da “Dailykos”. Traduzione di MR 

Nota: questo è un post che parte dal film "Cowspiracy" per esaminare la questione se il veganesimo è veramente una cosa che può ridurre l'impatto umano sull'ecosistema planetario. Il film sembra essere fortemente orientato verso una risposta positiva. Qui, invece, "Finchy" esprime seri dubbi in proposito e definisce "assolutista" la posizione vegana. E' un post piuttosto lungo che richiede una certa attenzione, ma per chi è interessato a questi problemi vale la pena di fare uno sforzo per arrivare in fondo (UB)


Di Finchj

Cowspiracy- il segreto della sostenibilità, un documentario che esplora apparentemente gli effetti del bestiame sull'ambiente, è stato realizzato sette mesi fa. In qualche modo, forse a causa del fatto di essere un espatriato, mi sono perso il trambusto che ha generato. Le recensioni di solito hanno vita breve. Dopo che il furore iniziale si è placato, l'opinione pubblica di solito passa all'argomento successivo. Rendendomi conto di questa realtà, ma volendo comunque condividere i miei pensieri sul film e i suoi temi, ho optato per scrivere una risposta dettagliata piuttosto che una recensione. Cowspiracy è più di un semplice documentario che cerca di spezzare il silenzio delle organizzazioni ambientaliste su questi problemi. La conclusione del film non ha niente a che fare con la riforma di queste organizzazioni basate sull'appartenenza. Piuttosto, viene offerta una panacea: l'adozione globale di uno stile di vita vegano come “il solo modo di vivere in modo sostenibile ed etico su un pianeta con 7 miliardi di altre persone”. [-Kip Anderson 1:26:55 (1) Grassetto mio]

sabato 19 settembre 2015

Controintutitivo: (Un po' di) volatilità dei mercati è buona, la stabilità non tanto

Da “Resource Insight”. Traduzione di MR

Di Kurt Cobb

Con le borse del mondo che precipitano e i prezzi dei beni in picchiata, sembra appropriato tornare al tema di cui ho parlato in precedenza, cioè del fatto che una certa quantità di volatilità finanziaria è cosa buona per gli esseri umani e per i sistemi che costruiscono e che i tentativi di soffocare la naturale e salutare volatilità di un sistema può portare alla fine ad una maggiore, e persino catastrofica, volatilità. Tutto questo va contro la propaganda con la quale veniamo intrattenuti quotidianamente. Per esempio, agli investitori viene detto che minore è la volatilità dei loro portafogli, minore è il rischio. Ma nel 2008 questo si è rivelato essere falso. Più di recente, man mano che la volatilità nell'ampiamente seguito S&P 500 si è assestata ai minimi storici, quest'anno, gli investitori hanno creduto che la magia della volatilità bassa fosse un fatto permanente. Le banche centrali, attraverso i loro interventi periodici quando i mercati hanno iniziato a crollare, avevano in qualche modo approntato una situazione senza possibilità di perdere per gli investitori. Sarebbe stato vento in poppa per... be', per sempre, se si ascolta Wall Street.

sabato 4 luglio 2015

Il Principio di Massima Potenza

Dalla pagina FB di Bodhi Paul Chefurka. Traduzione di MR

Il Principio di Massima Potenza rivisitato

Il Principio di Massima Potenza (PMP), descritto per la prima volta da Alfred Lotka e in seguito approfondito da H. T. Odum, sostiene che “Durante l'auto-organizzazione i progetti di sistemi la progettazione di sistemi sviluppa e fa prevalere quelli che massimizzano l'assunzione di potenza, la trasformazione di energia e quegli usi che rinforzano”. Ciò è stato formulato da osservazioni ecologiche. Questo saggio, per esempio, riferisce su un esperimento di PMP che coinvolge diverse specie di protozoi. Il risultato conferma chiaramente il ruolo del PMP nella competizione fra specie a quel livello di vita.

martedì 10 febbraio 2015

Il ruolo dei collassi sociali nei cicli storici (II)

DaThe Oil Crash”. Traduzione di MR




Cari lettori,

nel post di oggi vi presento la seconda parte dell'estratto della sezione 9.1 del libro “Nella spirale dell'energia”, di Ramón Fernández Durán e Luis González Reyes. Nel post di oggi si analizza l'inevitabilità del collasso della società industriale e le sue fasi.

Saluti.
AMT

Inevitabilità del collasso della civiltà industriale

La vulnerabilità del capitalismo fossile (capitalismo basato sui combustibili fossili, ndt) globale

Il sistema socioeconomico attuale ha elementi di resilienza importanti. Uno è che l'alta connettività aumenta la capacità di rispondere rapidamente alle sfide. Per esempio, se manca il raccolto in una regione, la fornitura alimentare si può dislocare in un altro luogo del pianeta (se interessa, la stessa cosa si potrebbe dire di una parte sostanziale del sistema industriale. Un'altra espressione della resilienza è il dislocamento del rischio in altri luoghi esterni agli spazi centrali e del presente attraverso l'ingegneria finanziaria. Tuttavia, la connettività aumenta anche la vulnerabilità del sistema, visto che, a partire da una certa soglia, non si possono più compensare gli squilibri e il collasso dei singoli sottosistemi colpisce il resto. Il sistema funziona come un tutto interdipendente e non come parti che si possano analizzare isolate (Stati Uniti, UE, Cina) e molto meno che possano sopravvivere da sole. Inoltre, si è raggiunta la connettività massima: non esiste più un “fuori” del sistema-mondo, il mondo è “pieno”. Non c'è più la possibilità di migrare ne di ricevere aiuto da altri luoghi. La figura 9.3 visualizza le implicazioni di questa connettività. Si può partire da un nodo qualunque, come la mancanza di accessibilità a gas e petrolio (in alto a sinistra) e seguire come questa carenza si trasmetta a tutto il sistema.



Figura 9.3: Complessità ed interdipendenza del sistema attuale.

sabato 24 gennaio 2015

Il ruolo dei collassi sociali nei cicli storici (I)

Da “The Oil Crash”. Traduzione di MR


Di Antonio Turiel

Cari lettori,

qualche settimana fa Luis González Reyes ha offerto di pubblicare un estratto del libro “Nella spirale dell'energia”, opera congiunta di Luis e dello scomparso Ramón Fernández Durán. Dato l'interesse di questa opera (che potete acquistare, per esempio, nel sito di Ecologistas en Acción – potete anche leggerne il testo completo qui), mi è sembrata un'idea stupenda. In questo post e nel seguente pubblicheremo estratti di un tema che è sempre più pertinente: il collasso sociale (corrispondono al paragrafo 9.1 del libro. Sono sicuro che sarà di vostro interesse.

Saluti.
AMT

Il ruolo dei collassi sociali nei cicli storici 

[...]

Il ruolo dei collassi nei sistemi complessi

Un sistema complesso potrebbe definirsi come un sistema che ha parti molteplici interconnesse ed organizzate fra loro. Più sono e più diverse sono le connessioni, maggiore è la complessità. Così, le società con più persone interconnesse attraverso reti di comunicazione, di istituzioni e del sistema economico sono più complesse: lo sono anche quelle che hanno gradi più elevati di specializzazione sociale e diversità culturale. I sistemi complessi, la auto-organizzazione, nascono spontaneamente (Johnson, 2003). Si producono “strutture dissipative” che captano energia, e la maggior parte delle volte anche materia, per sostenerne l'ordine. Senza questa captazione continua di energia e materia, non sono in grado di mantenersi (Prigogine, 1993). I sistemi complessi sono a loro volta composti da sistemi complessi multipli in un'organizzazione di tipo frattale. E' ciò che Holling (2001) ha denominato Panarchia. L'essere umano è un sistema complesso che ha altri sottosistemi complessi, come quello digestivo che, a sua volta, è composto da organi e questi da cellule, che sono a loro volta sistemi complessi. A livello superiore, l'essere umano è parte della società, che a sua volta si inscrive nel macro sistema della Terra. In questo modo, ci sono sistemi “superiori” ed “inferiori”. Ognuno dei livelli compie due funzioni. Da una parte dare stabilità al sistema. Per esempio, se un bosco brucia, il clima della regione fornisce le condizioni per la sua rigenerazione e il suolo fornisce i nutrienti. In questo lavoro di stabilizzazione il ruolo dei livelli macro è più importante. La seconda funzione è quella di generare innovazioni per l'adattamento ai continui cambiamenti. Qui sono i livelli inferiori che sono più attivi. In questo modo, i sistemi complessi sono anche sistemi con capacità di adattamento ai cambiamenti.