venerdì 19 ottobre 2012

I sei stadi dell'afflizione climatica


Di Daphne Wysham
Da “Institute for Policy Studies” del 3 settembre 2012. Traduzione di Massimiliano Rupalti.


Ho scoperto un nuovo stadio, il sesto oltre all'accettazione, della scienza climatica: lavorare. Ora che l'estate più calda mai registrata volge al termine, ci siamo almeno avvicinati ad ammettere che il cambiamento climatico ci è addosso? Se no, perché? Deve avere qualcosa a che fare con i cinque stadi dell'afflizione.

Elisabeth Kubler-Ross ha identificato questi stadi in negazione, rabbia, seguita dalla contrattazione, dalla depressione e dall'accettazione. Con la siccità record che uccide il nostro bestiame e il nostro mais, il virus del Nilo Occidentale che spazza il paese e il ghiaccio dell'Artico che si fonde, non stupisce che milioni di persone stiano rispondendo per stadi a questi segnali spaventosi di declino ambientale. Il Premio Nobel Steve W. Running ha proposto per primo questo quadro per capire la risposta della gente al cambiamento climatico nel 2007. Mi piacerebbe fare un passo avanti e suggerire un sesto stadio: lavorare.

La Negazione, il primo stadio dell'afflizione, può essere molto confortevole. I media degli Stati Uniti (e quelli del resto del mondo, ndT.) sono in molti modi funzionali al campo negazionista. Difficilmente collegano i puntini fra eventi meteo estremi e cambiamento climatico, rendendo facile rimanere beatamente ignoranti. I nostri politici stanno a loro volta prolungando questo stadio di negazione pronunciando molto raramente il termine “cambiamento climatico”, come se quelle parole fossero oscene.


Il secondo stadio – la Rabbia – riassume l'atteggiamento di gente come Sean Hannity and Rush Limbaugh. Questi ospiti di talk show sono al vetriolo quando attaccano gli scienziati climatici o i sostenitori delle alternative ai combustibili fossili. La loro ferocia dà licenza ai più folli che fanno minacce di morte agli scienziati climatici: preferirebbero sparare al messaggero piuttosto che ascoltare il messaggio.

Lo stadio successivo, la Contrattazione, arriva quando i negazionisti cominciano a riconoscere che le temperature globali stanno di fatto aumentando, ma dichiarano che sia dovuto a cause naturali. Oppure assumono una posizione come quella dell'Amministratore Delegato dell Exxon Mobil Rex Tillerson, cioè ammettere che il cambiamento climatico è un grande problema ma dichiarando che la risposta è “adattarsi” invece di cambiare il nostro comportamento.

La Depressione è uno stato familiare per me ed i miei compagni attivisti del cambiamento climatico. Se la verità ti rende libero, la verità sul cambiamento climatico può renderti libero di prendere antidepressivi per il resto della tua vita. Ogni anomalia meteorologica porta un senso di terrore. E' a questo punto che perdiamo la gente. La negazione comincia a sembrare attraente.

L'Accettazione è lo stadio più duro, perché quello che ci dicono gli esperti è così dannatamente spaventoso, ti fanno venire voglia di saltare sulle ginocchia di Rush Limbaugh e di rimanerci. Stiamo superando di gran lunga tutti i peggiori scenari degli scienziati ed ora siamo in cammino verso un aumento di 11°Fahrenheit (6 °C) per la fine del secolo, secondo l'International Energy Agency (IEA). Abbiamo superato oltre 4.000 record di temperatura negli Stati Uniti solo quest'anno e gli scienziati ci raccontano di siccità, alluvioni, tempeste ed incendi forestali da record potrebbero diventare “la nuova normalità”. Dobbiamo accettare questa prognosi spaventosa se vogliamo agire correttamente.

Ma l'accettazione non significa che sia tutto perduto.

Dopo anni di lavoro su questi cinque stadi, ho scoperto un sesto, nuovo stadio: fare Il Lavoro. Questo significa farsi coraggio reciprocamente per gurdare questo mostro negli occhi e combattere fianco a fianco nella battaglia della vita. Il cambiamento sistemico – non semplicemente mettere una lampadina a basso consumo – è quello che ci serve, adesso. Questo deve includere tutto, dal rimpiazzare il PIL come misura sorpassata di progresso all'insegnamento della scienza del clima nelle scuole per armare le prossime generazioni coi fatti. Insieme, possiamo gettare lo sguardo, oltre la disperazione, su un mondo di trasformazione e rinascita possibile, se siamo abbastanza coraggiosi da lottare per esso. Dopotutto, il nostro pianeta ripristinerà da solo il proprio equilibrio. Dobbiamo solo assicurarci che l'umanità ne sia testimone.