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mercoledì 4 novembre 2015

Il ghiaccio dell'Antartide sta fondendo rapidamente

Ha fatto notizia la diffusione di un recente articolo che sostiene che, complessivamente, l'Antartide non sta perdendo ghiaccio, dato che le perdite ai bordi sono compensate da un incremento nelle precipitazioni nevose al centro. La faccenda è complicata e incerta (come descrive Greg Laden nel suo blog). Per prima cosa, va notato che i dati dell'articolo in questione non vanno oltre il 2008; per cui potrebbero non descrivere la situazione attuale. Inoltre, l'indubbio incremento del livello del mare può essere spiegato soltanto come dovuto alla perdita di ghiaccio continentale (vedi questo articolo), e se l'Antartide non sta contribuendo bisognerebbe assumere che la perdita è molto maggiore di quanto non si stimi in altre aree del pianeta. In ogni caso, è chiaro che l'Antartide sta perdendo ghiaccio ai bordi e che le piattaforme glaciali (dette anche tavolati glaciali) rischiano di essere destabilizzate dal riscaldamento globale e far piombare in mare delle enormi quantità di ghiaccio tutte insieme. Questo avrebbe effetti disastrosi sulle coste occupate dall'attività umana, come descritto nell'articolo che segue.


Da “The Guardian”. Traduzione di MR (via Cristiano Bottone)

Una nuova ricerca prevede un raddoppio superficie di fusione delle piattaforme glaciali per il 2050, che rischiano di collassare per la fine del secolo, dicono gli scienziati.


Il collasso delle piattaforme glaciali dell'Antartide potrebbero portare ad un innalzamento dei livello del mare drammatico. Foto: blickwinkel/Alamy

Il ghiaccio dell'Antartide sta fondendo così rapidamente che la stabilità dell'intero continente potrebbe essere a rischio dal 2100, hanno avvertito gli scienziati. Un diffuso collasso delle piattaforme glaciali dell'Antartide – estensioni galleggianti del ghiaccio terrestre che si proiettano in mare - potrebbe aprire la strada ad un drammatico innalzamento del livello del mare. La nuova ricerca prevede un raddoppio della superficie di fusione delle piattaforme glaciali dal 2050. Per la fine del secolo, il tasso di fusione potrebbe superare il punto associato al collasso della piattaforma glaciale, si afferma.

domenica 6 settembre 2015

Se un grado in più vi sempra poco, pensate a un aumento di sei metri del livello del mare

Da “Iflscience”. Traduzione di MR (via Maurizio Tron)

Di Caroline Reid


Foto: Riscaldamento globale – iceberg del ghiacciaio San Rafael in Patagonia, Cile. ribeiroantonio/Shutterstock.


Una nuova analisi ha esaminato gli effetti della fusione delle calotte glaciali polari ed il conseguente aumento dei livelli del mare negli ultimi 3 milioni di anni. Il saggio riassume 30 anni di ricerca sulla relazione fra la fusione delle calotte glaciali, la fluttuazione dei livelli del mare e i livelli di biossido di carbonio in atmosfera. La sua conclusione più sorprendente: i livelli del mare sono saliti di 6 metri diverse volte in passato e questo aumento è stato indotto da un aumento delle temperature medie di solo 1 o 2°C. Ciò potrebbe farci scoprire che gli attuali livelli di biossido di carbonio in atmosfera sono equivalenti a quelli stimati essere presenti tre milioni di anni fa, quando i livelli del mare sono aumentati di 6 metri.

lunedì 17 agosto 2015

Un nuovo studio dice che anche 2°C di riscaldamento sono 'altamente pericolosi'

Da “Inside Climate News”. Traduzione di MR (via Michael Mann). 

James Hansen e 16 altri mirano a fare pressione sui colloqui di Parigi in direzione di forti risultati con un nuovo saggio pubblicato prima del peer-review. 

James Hansen, ex capo dell'Istituto Goddard per gli Studi Spaziali della NASA
e conosciuto come il “padre del riscaldamento globale”, parla ad una
manifestazione per il cambiamento climatico a Washington D.C..
Hansen, insieme ad altri 16 scienziati, pubblicherà un saggio questa settimana
che afferma che la minaccia del riscaldamento globale
è di gran lunga maggiore di quanto chiunque abbia sospettato.
Foto: Focus the Nation, flickr
Quando i leader mondiali si incontreranno a Parigi il prossimo dicembre per accordarsi su un nuovo trattato internazionale sul cambiamento climatico, il loro obbiettivo sarà quello di mantenere il riscaldamento atmosferico al di sotto dei 2°C, il punto dopo il quale il cambiamento climatico catastrofico sarà pressoché inevitabile, come dicono gli scienziati. Ma un nuovo studio pubblicato questa settimana da una squadra di 17 importanti scienziati del clima internazionali avverte che anche 2°C di riscaldamento sono “altamente pericolosi” e potrebbero causare un aumento del livello del mare “di almeno diversi metri” in questo secolo, rendendo gran parte delle città costiere del mondo inabitabili. “Il costo sociale ed economico della perdita di funzionalità delle città costiere è praticamente incalcolabile”, scrivono gli autori. “Non è difficile immaginare che i conflitti che emergono dalle migrazioni forzate e dal collasso economico potrebbero rendere ingovernabile il pianeta, minacciando il tessuto della civiltà”.

martedì 20 gennaio 2015

Nuovi studi indicano che l'aumento del livello del mare è più rapido di quanto non si credesse.

DaBBC News”. Traduzione di MR (h/t Cristiano Bottone)

Il tasso di aumento del livello del mare è “più ripido”


Diversi effetti in luoghi diversi possono mascherare o esagerare il segnale

Il tasso al quale gli oceani globali sono saliti negli ultimi due decenni è più significativo di quanto riconosciuto in precedenza, dicono alcuni scienziati residenti negli Stati Uniti.

La loro rivalutazione dei dati mareografici dal 1900 al 1990 ha scoperto che i mari mondiali sono saliti più lentamente delle prime stime – di circa 1,2 mm all'anno. Ma ciò rende, di conseguenza, i 3 mm all'anno tracciati dai satelliti dal 1990 una tendenza di cambiamento molto maggiore.

Ciò potrebbe significare che alcune proiezioni per il futuro debbano essere riviste. “Le nostre stime dal 1993 al 2010 concordano con le [precedenti] stime dell'altimetria dei moderni mareografi e dei satelliti, entro i limiti di incertezza. Ma ciò significa che l'accelerazione negli ultimi due decenni è di gran lunga peggiore di quanto si pensasse in precedenza”, ha detto la dottoressa Carling Hay dell'Università di Harvard a Cambridge, Massachusetts. “Questa nuova accelerazione è di circa il 25% maggiore delle stime precedenti”, ha detto alla BBC News. La dottoressa Hay e i suoi colleghi riportano la loro rianalisi nell'edizione di questa settimana della rivista Nature.

domenica 30 novembre 2014

Un nuovo studio fornisce i dettagli di un'accelerazione allarmante dell'aumento del livello dei mari

DaClimate Progress”. Traduzione di MR

Di Ari Phillips


Foto:Shutterstock

La fusione del ghiaccio polare Antartico e dei ghiacciai continentali, insieme all'espansione termica dell'acqua dell'oceano hanno accelerato l'aumento del livello del mare al tasso più alto in almeno 6.000 anni, secondo un nuovo studio contenuto negli Atti dell'Accademia Nazionale delle Scienze. Usando dati provenienti dai campioni di antichi sedimenti di Asia ed Australia, i ricercatori sono tornati indietro per 35.000 anni di storia de livello dei mari, scoprendo che negli ultimi 6.000 anni è cambiato poco – fino a 150 anni fa. 

Usando indicatori dei livelli del mare delle ere, come la locazione di antiche radici di alberi e molluschi, la ricostruzione degli scienziati non ha trovato prove del fatto che il livello dei mari abbia avuto fluttuazioni di più di circa 8 pollici durante il periodo relativamente stabile che è durato fra i 6.000 e 150 anni fa. Poi, dall'inizio della rivoluzione industriale, il livelli del mare sono già saliti della stessa quantità. Gli scienziati attribuiscono al cambiamento climatico e all'aumento delle temperature che causano la fusione del ghiaccio polare e dei ghiacciai e l'espansione termica degli oceani la causa primaria del rapido ed estremamente insolito aumento del livello del mare. L'acqua si espande quando si riscalda e c'è acqua che si riscalda a sufficienza nell'oceano da causare un impatto significativo sui livelli del mare. 

La finestra temporale di 35.000 anni è stata scelta perché rappresenta un periodo interglaciale con temperature globali maggiori che separa ere glaciali. L'attuale interglaciale dell'Olocene ha persistito dalla fine del Pleistocene, circa 12.000 anni fa, con periodi interglaciali che di solito vedono intervalli da circa 40.000 a 100.000 anni. I ricercatori hanno scoperto che il ghiaccio ha cominciato a fondersi 16.000 anni fa ed ha smesso circa 8.000 anni fa, ma i livelli del mare non hanno iniziato a rallentare fino a circa 6.000 anni fa. 

“Sappiamo dall'ultimo periodo interglaciale che quando le temperature erano di diversi gradi maggiori di oggi c'era molta più acqua negli oceani, con livelli introno a 4 o 5 metri più alti di oggi”, ha detto al Guardian l'autore principale Kurt Lambeck, un professore all'Università Nazionale Australiana. “La questione è quanto rapidamente avviene il cambiamento se si aumentano le temperature”. 

Lambeck ha detto che l'aumento del livello del mare degli ultimi 100 anni è “fuori discussione” e che “ciò cui abbiamo assistito è insolito, di sicuro senza precedenti per questi periodi interglaciali”. Ha anche detto che questo è un processo che non può semplicemente essere spento e che “i livelli del mare continueranno a salire per qualche secolo a venire anche se manteniamo le emissioni di carbonio ai livelli di oggi”. “Ciò che vediamo nei mareografi non lo vediamo nelle passate registrazioni, quindi sta succedendo qualcosa oggi che non succedeva prima”, ha detto Lambeck. “Penso che sia chiaramente l'impatto dell'aumento delle temperature”. 

L'aumento del livello del mare causerà grande danno e dislocamento lungo le linee costiere in tutto il mondo. Uno studio recente ha scoperto che le grandi città degli Stati uniti lungo le coste avranno 10 volte tanto più allagamenti per metà secolo. Negli Stati uniti, quasi 5 milioni di persone vivono in aree a meno di quattro piedi al di sopra dell'alta marea, una quota che è particolarmente suscettibile all'aumento dei livelli del mare che potrebbero aumentare di quella quota per la fine del secolo.